On the road to…
Ci sono luoghi magici sull’Altopiano dei Sette Comuni. Luoghi in cui la natura diventa tutt’uno con l’arte e la storia. Oggi vi accompagniamo alla scoperta di tre luoghi straordinari, tre musei a cielo aperto, dislocati in zone diverse, ma legati da un fil rouge: quello dell’arte ambientale.
PARCO DEL SOJO
A un’ora di distanza dalla nostra malga, a Covolo di Lusiana (Lusiana, con i suoi 752 metri s.l.m. è il più basso tra i comuni dell’Altopiano, ndr), si incontra il Parco del Sojo. All’interno del parco sono collocate 80 opere d’Arte Contemporanea realizzate da artisti italiani e stranieri, molte delle quali realizzate direttamente sul posto e con materiali naturali, come legno (è il caso dell’opera Le Matite del progettista e curatore, arch. Diego Morlin), pietra (come il cardinale, lo gnomo, il carabiniere e il befano di Severino Morlin a guardia del parco stesso), ma anche acciaio corten, bronzo, ceramica o gres. È un parco dell’arte con sculture situate in mezzo la natura, in proprietà privata, in 8 ettari di terreno montano. Per la sua specificità è l’unico parco di arte contemporanea privato in Veneto e tra i più importanti parchi d’arte d’Italia. Lo si visita in circa due ore e mezza di camminata.
SENTIERO DEL SILENZIO, PORTA DELLA MEMORIA
A mezz’ora di distanza dalla nostra malga si trova, invece, il “Sentiero del Silenzio, Porta della Memoria”, un breve percorso tra i boschi di faggi e abeti che circondano il rifugio Campomuletto, nel comune di Gallio. Poco a destra della malga, dove è possibile lasciare l’auto, inizia la camminata a tappe, in una sorta di via crucis, che aiuta a riflettere sugli orrori della guerra di cui quei luoghi sono stati protagonisti.
Nel silenzio del bosco si incontrano, così, dieci opere d’arte contemporanea suggestive, anticipate da uno scritto o da una poesia, collocate rispettando la morfologia del luogo.
Si incontrano, così, dodici braccia umane in bronzo che emergono dal terreno con in mano un foglio, un fiore, o altri simboli; una prigione di travi di legno, che racchiude una colomba; elmetti in fila sul terreno, grandi lastre rettangolari in acciaio corten disposte orizzontalmente nel terreno che riproducono lettere inviate dal fronte dai soldati della Grande Guerra alle loro famiglie, sagome in acciaio corten, allineate, a rappresentare soldati pronti alla partenza per il fronte o sulla linea di combattimento,… Il progetto vuole entrare in punta di piedi nella natura e nella storia proponendo un percorso riflessivo e meditativo, da percorrere in silenzio per poter assimilare i messaggi profondi che lungo la strada vengono proposti. Progettista e curatore dell’opera, ancora una volta, l’arch. Diego Morlin.
SELVART
Infine, a 20 minuti dalla nostra malga si raggiunge Selvart, a Mezzaselva di Roana, parco situato lungo la strada che porta al Verena. L’idea nasce dallo scultore Marco Martalar e, con il patrocinio del comune di Roana, la partecipazione della Pro loco di Mezzaselva e il contributo di alcune attività locali, è stato possibile coinvolgere scultori di varie nazionalità che, dal luglio 2016 hanno eseguito le prime installazioni direttamente sul posto e usando solamente materiali naturali per recuperare e valorizzare l’area boschiva. Selvart è diventato un vero e proprio laboratorio a cielo aperto.

L’Altopiano di Asiago arricchisce, con questi luoghi, la sua proposta culturale. Non solo bellezze naturali, cibo saporito, storia e tradizioni secolari, ma anche regni di magiche sensazioni.