Su il sipario a Malga Col del Vento

Stefano Cecchinato alla chitarra, Edoardo Brunello al sax, Andrea Balasso al basso, Emanuele Giordani alla batteria. E ora… si va in scena! Sono loro i volti – e i suoni – di Human Bites, la band nata dal desiderio di Stefano, il chitarrista, di dare voce ai brani scritti negli ultimi anni, concretizzandoli in un disco e proponendoli in concerti dal vivo.

concerto
Fare musica è un’attività quotidiana che da anni porta “il quartetto” a confrontarsi e operare in situazioni molto differenti tra loro. Questo ha creato e modella ancora la loro identità e sensibilità musicale, che da un anno “mettono a disposizione” per realizzare nel modo più congeniale i brani originali. Ospiti, nei mesi passati, a Malga Col del Vento, dove hanno fatto risuonare tutta la loro energia, e “avventori” del nostro locale dove non disdegnano una birretta, non potevamo non dedicare loro uno spazio nel nostro diario del vento.

“Human bites”, titolo di un noto brano di Don Grolnick e Michael Brecker, è il riferimento ad un legame stilistico che guarda verso i compositori odierni di musica jazz e “dintorni”. Ma voi, nella vita, chi / cosa “mordete”?

Noi non mordiamo, veniamo in pace. Abbiamo iniziato a trovarci ad inizio marzo 2022, nei giorni dello scoppio della guerra in Ucraina. Quel “morsi umani” è un riferimento storico e sociale, in cui l’uomo si ostina ad accanirsi verso sé stesso. Al contrario, le attività legate al suonare dal vivo o in studio, da soli o in una band, comporre e preparare nuova musica, analizzarla, promuoversi, insegnare… per essere realizzate richiedono di essere affrontate con spirito di apertura, attenzione e ascolto attivo verso gli eventi e le persone. La musica stessa, in particolare quella improvvisata, ci insegna l’importanza nello sviluppare questa attitudine e riportarla nel quotidiano. 
Perciò con “Human bites” abbiamo voluto unire i due significati, che cristallizzano il momento storico in cui siamo nati e la direzione musicale verso cui guardiamo.

Che musica suonate? Che stile vi identifica?

Suoniamo musica strumentale, riconducibile ad una sorta di jazz elettrico che risalta per via dell’organico e per i nostri gusti/studi musicali. Cerchiamo di produrre della musica “fresca” e il più possibile caratterizzata, che possa guidare e “trascinare” l’ascoltatore. 
A qualcuno ricordiamo il sound dei Weather Report, ad altri il Pat Metheny group. In ogni caso ci piace scrivere brani con forme estese, come facevano loro, e costruire degli arrangiamenti che diano una voce “sincera” a ciò che abbiamo in mente.

HumanBites1

Quindi come nascono le vostre canzoni?

Forse il termine canzoni non è così appropriato, ma è curioso pensare che in qualche modo lo siano. Anche se non ci sono le parole, quando scriviamo un tema cerchiamo di renderlo cantabile, riconoscibile, con un carattere forte. E queste “canzoni” sono frutto di idee che nascono e si sviluppano a partire da una chitarra, come accade spesso per i cantautori. Ad ogni modo, i brani del nostro repertorio sono abbastanza eterogenei nel sound, perché sono stati scritti a distanza di mesi ed anni, e con scelte timbriche distinte. Alcuni si sono conclusi dopo essere stati messi in disparte e ripresi più volte, altri in modo più spontaneo e rapido.

Dalla mente al palco: quali passaggi attraversate per dar vita a un brano?

Chi compone manda le parti scritte e una bozza in mp3 del brano agli altri musicisti, poi si mettono insieme i pezzi e si costruisce insieme in sala prove, cercando le soluzioni più coerenti e vicine all’idea del compositore. La cosa bella, propria di questa fase e per la quale spesso ci stupiamo, è che si possono ottenere risultati totalmente diversi da come ce li immaginavamo all’inizio. I brani prendono così una loro identità e si va ad affinare e consolidare il sound d’insieme.

Il vostro primo album “Human bites” – disponibile anche in formato CD – in che atmosfere ci trasporta?

Alcuni temi nascono da un’ispirazione precisa, riconducibile nello specifico ad autori musicalmente affascinanti come Michael Brecker, Brad Mehldau, John Scofield o Jimi Hendrix.
 Altri sono stati scritti durante il covid, come “Home again”: una ballad con un tema lirico, che si staglia su un ostinato ritmico lento e ridondante, alternato ad accordi estesi che armonizzano la melodia. Il brano rievoca quelle sensazioni contrastanti e tipiche di quel periodo: la quiete e il silenzio, ma anche la pesantezza della quotidianità e l’angoscia verso un futuro incerto. Oppure “May”, più sfuggente, che ritrae la voglia di tornare a vivere in una realtà fresca e più libera. 
In ogni caso, per farsi un’idea più concreta, è possibile ascoltare gratuitamente il brano “Megaptera” su tutti gli store digitali o acquistare su bandcamp o in CD il disco completo.

disco Human Bites

Che obiettivo vi ponete con la vostra musica? Divertire? Rilassare? Far pensare?

Perché no? La magia della musica, in particolare se strumentale, sta proprio nell’indeterminatezza che porta con sé. Ognuno avrà una reazione emotiva diversa all’ascolto. A noi sta il compito di scrivere musica interessante, per quanto arzigogolata possa risultare, realizzarla al meglio delle nostre possibilità e auspicare che possa essere accessibile ed apprezzabile anche dai non addetti ai lavori. Questo è l’obiettivo principale.

Se foste una corrente artistica, quale sareste?

Probabilmente guarderemmo verso gli artisti surrealisti, lontani dai vincoli razionali e sociali, per consentire all’immaginazione di fluire liberamente. Le loro opere restituivano un impatto emotivo profondo, mettendo in discussione le convenzioni stabilite e aprendo la strada a nuove interpretazioni e significati. Esploravano attraverso una varietà di tecniche artistiche, combinazioni insolite, incongruenze spaziali e temporali, creando un’atmosfera di mistero e sorpresa.

Se foste un piatto di Malga Col del Vento, quale sareste?

Difficile a dirsi, è tutto buonissimo! Forse siamo più piatti: un piccolo percorso che lascia scegliere diversi sapori. L’importante è che i piatti vengano accompagnati dal nostro Vin-ile, un ottimo Carmenere!

vino Human Bites

E a proposito di vino… sareste proprio il Carmenere?

Sì, sicuramente il Carmenere rosso di cantina Mattiello (Longare, VI). Andrea Mattiello, il titolare della cantina, ci ha assistito nella realizzazione del VIN-ILE, ovvero una bottiglia di vino (appunto un Carmenere rosso) che presenta un qr-code nell’etichetta sul retro. Inquadrandolo si può accedere al disco ed ascoltarlo gratuitamente mentre si assapora questo ottimo vino.

Siete soliti suonare in diversi locali, che atmosfera respirate a Malga Col del Vento? Com’è suonare qui?

Suonare al Col del Vento ha un sapore tutto particolare: ci hanno ospitato sulla fiducia, alla nostra seconda uscita, e poi è nato un rapporto come poche volte succede. Si suona dove ci si sente accolti in casa, da amici!

Human Bites come si evolverà?

Si guarda a proporci fuori dal Veneto e dall’Italia per i futuri live, ma si medita soprattutto sul prossimo disco, perché ci sono nuovi brani già pronti e presenti nelle nostre scalette dei concerti. L’idea stavolta è di includere non solo i brani di Stefano, ma altresì degli altri componenti. Si parla anche di ospitare un musicista di rilievo e di allargare la formazione per aggiungere nuove timbriche in qualche brano. 
Invitiamo tutti a seguire gli aggiornamenti sui social, a sostenerci e sostenere la musica indipendente acquistando il nostro disco.
BANDCAMP: https://humanbitesband.bandcamp.com/album/human-bites
INSTAGRAM: https://www.instagram.com/humanbites_band/
FACEBOOK: https://www.facebook.com/Human-Bites-104107635652847



Un saluto agli amici di Malga Col del Vento…

Ci rivediamo presto a casa vostra, con o senza strumenti. Lì si sta sempre bene! Un abbraccio ai due ragazzi meno giovani e uno ai due più giovani!

 

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