La nostra intervista a Eros Lazzaretti
Eros Lazzaretti, l’artista del Carving. Car… che? Facciamo un passo indietro. Eros, 43 anni, vive a Sasso di Asiago. È contitolare della ditta Holz snc strutture in legno, che si occupa di tutto ciò che riguarda il mondo legno. Ed è proprio questo mondo ad affascinare particolarmente il nostro intervistato.
Da tre anni Eros ha scoperto la passione del Carving, ovvero sculture con solo utilizzo della motosega, grazie all’incontro – casuale – con alcuni praticanti e professionisti di questa “arte” in Piemonte, per poi prendere sempre più piede grazie all’amicizia con il socio William Rossi, con cui si diletta in show nelle piazze e in vari eventi (anche a scopo benefico). Il tutto inevitabilmente con l’appoggio del rivenditore Husqvarna, Riccardo Marobin, e della Gabri shoes di Pedemonte per vestiario e attrezzatura antitaglio.
Eros: Legno e motosega. Come descriveresti questo binomio?
Si è soliti immaginare la motosega come un arnese che serve solo al taglio di legname e per lavori “sporchi”, invece il nostro intento è quello di far capire e far vedere che con la motosega si può fare ben altro. Una volta capito cosa si può fare, diventa una sorta di dipendenza…
Quando ti sei avvicinato a quest’“arte” e come hai capito che era “la tua”?
È nato tutto per caso. Nel 2018 sono andato in Piemonte per svolgere un corso – come insegnante sull’utilizzo del legno urbano – sovvenzionato dalla comunità europea e dalla regione Piemonte, e ho avuto la fortuna di conoscere Daniele Viglianco, un vero maestro. Da lì è nato tutto, ma la scintilla vera è scattata quando ho stretto amicizia con il socio William Rossi, sempre di Sasso, un autentico fanatico del carving e – tra un pieno e l’altro – si è avviata questa collaborazione che ci ha portati ad essere fino ad agosto i promoters ufficiali della Echo Italia. Da settembre 2021 abbiamo deciso di ritornare a “casa” dal vecchio amico e passionario Riccardo Marobin.
Che legni lavori, per lo più? E come li recuperi?
Usiamo principalmente legname proveniente dagli schianti di Vaia 2018 e, comunque, come da etica professionale, sempre e solo di legname “morto” o di recupero. Non esiste che andiamo a tagliare una pianta spontaneamente per fare una scultura, adoriamo il cedro, quando disponibile, però usiamo sia l’abete rosso che il larice, l’acero, il ciliegio,…
Cosa ti piace dell’utilizzo della motosega e cosa è particolarmente complicato?
Il bello della motosega è che bohh… La accendo e mi trasformo. Entro in uno stato di trans… Il cervello manda l’impulso alle braccia, gli occhi guidano la motosega, e in un’ora esce qualcosa che sino a poco tempo prima era impensabile.
Quali figure prediligi?
Le figure che prediligo sono i rapaci e gli uccelli in genere, non mancano volpi, orsi, lupi, alberi, scoiattoli, gnomi, topi, pesci… Non c’è una regola precisa, dipende alla mattina cosa sento nella testa e che sensazioni provo.
A cosa ti ispiri e come ti ispiri?
L’ispirazione viene da qualche input, da qualche persona che ti lancia un’idea, o dalle cose che vedo durante la giornata. Osservo, guardo un po’ internet per studiare meglio la figura, le proporzioni, le caratteristiche. Musica nelle cuffie (immancabile), e si va…
Per chi / per cosa fai le tue sculture?
Essendo una pura passione, non voglio essere obbligato a fare o consegnare una scultura con dei termini di tempo. Ciò che faccio, se piace, lo vendo. Tante sculture sono invece andate in donazione, come lo stambecco al sentiero “Patrizio Rigoni”, la stella della vita all’ospedale di Asiago, come ringraziamento a tutto il personale sanitario per l’impegno durante la pandemia, lo stemma per la protezione civile, lo stemma per l’associazione combattenti reduci, il cappello d’alpino per varie associazione, gruppi altopianesi…
Recentemente ho consegnato un albero nelle mani del senatore a vita Renzo Piano, ad Amadeus durante la mia partecipazione al programma Soliti ignoti, al presidente della Regione Veneto Luca Zaia, all’assessore regionale Elena Donazzan. Alcuni alberelli sono stati parte integrante del presepio nella basilica di Assisi.
Dove lavori e quando (hai un momento della giornata che prediligi per creare)?
Mi sono creato un piccolo spazio vicino casa: la “Mia comfort zone”. Il sabato è il giorno che prediligo. È una sorta di antistress lavorativo: con la motosega faccio scivolare via lo stress lavorativo della settimana.
Quale sarà il tuo prossimo progetto?
In realtà il progetto nasce alla mattina, quando guardo il pezzo di legno a disposizione, e il cervello frulla e crea nella mente le linee da tagliare. La scultura nasce dalla passione che ho per questa nobile arte, è una cosa inspiegabile. A volte, quando “sono in giornata”, provo ad azzardare delle linee e dei tagli mai fatti ed escono con una tale semplicità che a volte mi chiedo perché non ho osato prima… Ci sono delle cose che non sappiamo spiegare ed escono quando è il momento giusto.
Che “profumo” emanano le tue opere?
Una mia fan dice che gli alberi le danno tranquillità, serenità e pace, e che parlano della mia persona.
Io credo di trasmettere il mio amore verso questa arte… Tanti – guardandomi al lavoro – dicono che sembra sia da un’altra parte, assorto nella mia musica e concertato nella scultura.
Dove possiamo ammirare le tue sculture?
Non ho un vero e proprio laboratorio come per il mio socio William. I nostri atelier sono le piazze, gli eventi le associazioni che ci chiamano per esibirci.
Ce n’è una che hai a cuore, delle tue opere?
Sono tutte nel cuore. La prima, forse, è quella a cui tengo di più, perché è da quella che son partito. Poi la panchina, l’ unica che ho fatto, con l’aquila ad ali spiegate incastonata tra il gufo e la volpe.
E per concludere… Un saluto agli amici di Malga Col del Vento.
Per Stefano e Roberta, un grande saluto e un grande abbraccio, siete delle persone fantastiche e meritate tutto ciò che avete costruito. Ora sono in debito io!