La nostra intervista a Giulio Valente

Riprendono le nostre interviste ad amici altopianesi che bazzicano per Malga Col del Vento. Oggi è la volta di Giulio Valente, nato ad Asiago nel 1982, residente a Cesuna, piccolo paese del Comune di Roana. Dopo aver conseguito il diploma di “Perito in Elettronica e Telecomunicazioni” all’Istituto Tecnico Industriale Statale di Thiene, ha iniziato a lavorare in un’azienda come elettricista, lavoro che tutt’oggi svolge.

Ma noi lo “intercettiamo” come fotografo, una passione – quella per la fotografia – che lo ha accompagnato e incuriosito fin da piccolo (tant’è vero che già alle elementari rubava la fotocamera al fratello maggiore e la portava a scuola per provare a fare qualche scatto).
La voglia di approfondire l’argomento lo ha portato nel 2013 ad iscriversi al Club Fotografico Altopiano 7 Comuni, dove ha avuto modo di focalizzarsi su concetti che gli hanno permesso di crescere e di appassionarsi ancor di più al mondo della fotografia.
Tanti i generi a cui si è dedicato fino ad ora, ma negli ultimi anni sta concentrando il suo interesse nella ritrattistica e nelle sue più svariate sfumature. Ultimamente cerca di creare fotografie sulla base di un progetto, ovvero di un’idea precedentemente pensata, che viene poi sviluppata ricercando o creando l’ambiente più idoneo.

Giulio, partiamo dalla notizia più attuale. La tua mostra “Sguardi della memoria” a Forte Corbin, in programma fino a ottobre 2023. Cosa ci dobbiamo aspettare da questa mostra?

Tra le varie tematiche affrontate, ho realizzato anche delle fotografie sulla Grande Guerra. Nel 2016 ho realizzato un progetto storico fotografico ,concluso nel 2018, intitolato Sguardi della memoria, da cui è nata una mostra, esposta a Cesuna e Asiago, scesa successivamente in pianura, e attualmente esposta nelle sale del Forte Corbin a Tresché Conca per tutto il 2023.
Una mostra che si propone di far conoscere le vicende della Grande Guerra sull’Altopiano dei 7 Comuni attraverso 32 fotografie in cui i luoghi della memoria sono presentati nel riflesso degli occhi delle persone e narrati storicamente da testi, in una fusione di immagini e contenuti davvero emozionante.
I protagonisti della mostra sono dunque gli occhi che, evocando le vicende belliche, sono organizzati in un preciso ordine cronologico, proponendo un viaggio nella storia che parte dall’occhio di un anziano per concludersi nell’occhio di un bambino.
Un messaggio rivolto in particolare alle nuove generazioni, affinché possano vedere con i propri occhi ciò che hanno visto e vissuto le generazioni precedenti nel secolo scorso.

Sguardi della memoria

Si dice, infatti, che gli occhi siano lo specchio dell’anima. È così anche per te? E per quelli che immortali nelle tue foto?

Nel contesto della mostra “Sguardi della memoria”, ma in realtà anche nelle fotografie di ritratto alle quali mi dedico ultimamente, gli occhi giocano un ruolo importantissimo: spesso regalano emozioni forti e trasmettono le sensazioni che si provano in quei momenti. Non è per nulla semplice trovare l’espressione che vorrei, bisogna che si crei tra me e il soggetto fotografato una sinergia, una tranquillità e una fiducia; a volte occorrono molti scatti per arrivare a quello “giusto”.

Max Gazzè cantava “Una musica può fare…”. E una fotografia, per te, può fare… cosa?

La fotografia, come in molte altre forme d’arte, può regalare molto.
Max Gazzè diceva “Una musica può fare…”. Anche la fotografia può fare molto, può regalare grandi emozioni, può fermare il tempo immortalando attimi che poi resteranno per una vita intera!


Ma questa passione per la fotografia… Come è nata e come la coltivi? Sogni di trasformarla in una professione o temi possa “rompersi” la magia?

La fotografia per me è una magnifica passione, e anche se non nascondo che spesso vorrei potesse diventare il mio lavoro, al momento sono contento così, e preferisco resti una passione, coltivandola in maniera continua nei limiti del possibile, conciliandola con la famiglia, il lavoro, e gli altri vari impegni a cui mi dedico, dal sociale alla musica.


Quali ambiti hai toccato, quali stai toccando e quali vorresti esplorare (soggetti studiati / prescelti)? Le tue sono immagini dove cerchi l’estetica, la perfezione della composizione, la luce giusta o il messaggio da trasmettere?

Il mondo della fotografia è vastissimo, oserei dire infinito.
Se da piccolo pensavo che bastasse premere un bottone e via, con il tempo ho capito quanto invece sia un meccanismo complesso, e sono consapevole che – anche se ho acquisito alcune basi – la strada è ancora lunga, e non si ha mai finito di imparare.
Ho provato a cimentarmi in vari generi: dalla paesaggistica, genere che prediligo, a qualche foto di animali, dalla macrofotografia alla fotografia notturna; ultimamente mi affascina molto la ritrattistica, sia in studio, sia ambientata all’esterno, anche nel contesto della natura.
La figura femminile è spesso soggetto dei miei scatti e amo questo tipo di fotografia, la ritengo piena di fascino.
Un qualsiasi soggetto inserito all’interno di un paesaggio trasforma una foto statica in una foto che racconta un momento ben preciso, ed è un valore aggiunto non da poco.
Nel 2021 ho realizzato un progetto fotografico basato sul connubio Donna-Natura, con un insieme di scatti dove la donna è stata inserita nel contesto della natura in tutte e quattro le stagioni. Da quest’idea è nata un’altra mia personale mostra intitolata “Le stagioni di Venere”.
L’estetica conta molto nei miei scatti, come anche l’utilizzo delle luci che indiscutibilmente creano atmosfere spesso magiche.
Cerco sempre di trasmettere un messaggio attraverso i miei scatti, ed è per questo che li “lego” assieme inserendoli all’interno di un progetto, che parte da un’idea ben precisa.
Riuscire a trasmettere un messaggio non è sempre così semplice, e mi trovo spesso in difficoltà, ma cerco di fare del mio meglio.
Cerco spesso di trarre ispirazione da fotografi di fama o comunque da fotografi professionisti, ma con la consapevolezza dei miei limiti, in quanto la mia è una passione, e lo faccio in modo del tutto amatoriale.

foto con macchina fotografica

Nato e cresciuto in Altopiano. La tua stagione preferita da immortalare? E il tuo luogo preferito per scattare foto, tra i tanti?

In Altopiano ho scoperto posti magnifici, nei quali torno in tutte le stagioni, e ogni volta mi regalano emozioni diverse.
Se dovessi scegliere una stagione su tutte a livello fotografico, beh…direi l’autunno, i colori che regala l’autunno sono qualcosa di unico! È pura magia! La fotografia ti regala anche un’altra cosa: ti porta a girare, a camminare e a conoscere spesso posti nuovi che abbiamo ad un passo da casa e spesso non sappiamo esistono.

paesaggi

Siamo all’interno del blog di Malga Col del Vento, teatro di alcune tue fotografie legate alla pastorizia e alla lana. Hai qualche aneddoto da raccontarci su questo servizio?

Nell’ultimo progetto fotografico che sto realizzando, del quale non voglio svelare ancora nulla, ho fatto una serie di scatti anche nel bellissimo contesto di Malga Col del Vento, dove fieno, pecore, lana, oltre ovviamente alla donna, soggetto indiscusso delle mie foto, “fanno da padroni”!
Un’esperienza fotografica bellissima quella a Malga Col del Vento, dove disponibilità, accoglienza e simpatia dei gestori Roberta e Stefano, sono al primo posto; mi hanno permesso di realizzare degli scatti sicuramente originali, dedicandomi il loro tempo e facendomi sentire come a casa.

Malga Col del Vento è un posto unico per una magnifica giornata in compagnia, dove la buona cucina, il relax in mezzo al verde e il divertimento non mancano mai.

Foto scattata a Malga Col del Vento

E per finire… Un saluto agli amici di Malga Col del Vento.

Un grazie di cuore, ragazzi, per l’esperienza fatta assieme e anche per questo spazio dedicatomi nel vostro blog.
Un caro saluto, Giulio.

 

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