Altopiano e foliage

L’autunno è tra le stagioni più belle per godersi l’Altopiano dei Sette Comuni: gli alberi dorati e rossi, lo scricchiolio delle foglie secche per terra, il sole tiepido, l’aria frizzantina, il profumo di muschio che entra deciso nelle narici.
Sono numerosi gli itinerari che meritano di essere programmati in questa stagione, ma oggi ne scegliamo uno che amiamo particolarmente e che dà il meglio di sé proprio ora: la salita sul Monte Ortigara, uno dei monti dell’Altopiano di Asiago protagonisti degli avvenimenti della Prima Guerra Mondiale.

foliage

Sport, natura, storia

Chi si accinge a salire sul Monte Ortigara fonde movimento (7 km, tra andata e ritorno, per un totale di 4 ore circa e un dislivello di 350 metri), natura (numerose le doline che costellano la montagna, nonché fauna e flora protette) e storia (L’Ortigara, già attaccata dai reparti italiani nel 1916 fu, nel 1917, teatro di una sanguinosa battaglia, passata alla storia come battaglia dell’Ortigara, che si combatté fra il 10 e il 29 giugno nel tratto Monte Zebio – Ortigara e che vide impiegati 400 mila soldati per la conquista della zona).

punto illustrativo ortigara

Il percorso

Fissiamo il punto di partenza a Piazzale Lozze. Si percorre il sentiero n° 840 del CAI verso la mulattiera principale collocata a Sud di Cima della Campanella e del Monte Lozze, fino a raggiungere la Chiesetta del Lozze, costruita dagli alpini del battaglione Verona dopo la battaglia di giugno 1917. All’altezza della chiesetta è possibile visitare un ossario con resti umani tuttora reperibili sul campo di battaglia, e un rifugio, costruito nel dopoguerra in onore del tenente Giovanni Cecchin, medaglia d’oro al valore militare.
Una volta superata la chiesetta si procede dentro la trincea per visitare l’osservatorio del Colonnello brigadiere Jacopo Cornaro, sul Monte Lozze. Il sentiero da qui porta al Baito Ortigara, una piccola costruzione che permette, in caso di cattivo tempo, di trovare riparo.
Sorpassato il Baito, in direzione Ovest, si passa lungo il Coston dei Ponari, via d’attacco sfruttata nel giugno del 1917 dagli alpini. Salendo, si palesa la trincea austroungarica scavata all’interno della roccia e ora appartenente alle cosiddette “Opere Mecenseffy”, in riferimento al generale austro-ungarico Artur Edler Von Mecenseffy, che qui perse la vita. In questo punto tratti di roccia calcarea si alternano a macchie di pino mugo e a stelle alpine, ormai rare.

Sulla vetta

Finalmente si raggiunge la sommità del monte, a quota 2105 m, dove nel settembre 1920 l’Associazione Nazionale Alpini, in una prima spontanea adunata, pose la colonna mozza, con la nota scritta “per non dimenticare”, a ricordo dei tragici avvenimenti del ’16-’17.
Scendendo, in direzione Nord, a quota 2086 m, si incontra il cippo Austriaco.
A metà percorso si entra in una galleria intitolata al comandante della Brigata Regina, colonnello Biancardi, e si arriva al Passo dell’Agnella. Il panorama è mozzafiato: in alto a destra il Monte Ortigara e a sinistra la Cima della Caldiera, un altro dei luoghi tristemente tra i più famosi dell’Altopiano dei Sette Comuni per gli scontri della Grande Guerra.
Passato il piccolo cimitero si fa ritorno al Baito Ortigara e, da qui, si prosegue verso la Chiesetta del Lozze e si raggiunge, infine, il Piazzale Lozze.

ortigara colonna mozza

[Fonte: www.asiago.it]

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