Al via l’alpeggio con il cuore aperto, ma una paura: il lupo

È maggio. Fra un mese riapriranno le malghe e riprenderà, per molti, la vita fatta di sveglie alle 4 di mattina, di pascoli, di mungiture, di caglio e burro, di formaggi e ricotta.
Non sappiamo ancora cosa aspettarci da quest’estate a causa dell’emergenza sanitaria che ha colpito il mondo intero e che sta mettendo in discussione anche la bella stagione.
Ma il nostro lavoro continua e non mancheremo all’appuntamento, per eccellenza, dell’anno.

Custodi di bellezza

Popoliamo con orgoglio l’Altopiano di Asiago, viviamo in sintonia con la natura e lavoriamo instancabilmente per permettere uno sviluppo armonioso del territorio, dei suoi abitanti, dei suoi animali.

“Siamo i custodi del territorio, siamo l’ambiente, siamo il paesaggio, siamo la biodiversità” (fonte: www.salviamolemalghe.it)

I miei amici malghesi saliranno in quota, mentre noi siamo in una posizione che ci permette di “vivere” la malga 365 giorni l’anno. Tutti noi ci predisporremo alla stagione con cuore aperto e gonfio di gioia, ma con un’ombra che non accenna ad andarsene e che rende, a tratti, oscuro il nostro cammino: il lupo.

lupo

Libertà minacciata

La tradizione dell’alpeggio sulle nostre montagne risale a tempi antichi e si è potuta sviluppare proprio perché nelle nostre zone non ci sono mai stati i grandi predatori. La bellezza e la forza delle nostre malghe sta, infatti, nel pascolamento libero degli animali.
Pecore, capre, cavalli, asini, vitelli e vacche permettono di ripulire il territorio riducendo il diffondersi di zecche e aiutando nella prevenzione degli incendi, impossibili da arginare in assenza di “aree cuscinetto” prive di bosco e sterpaglia infiammabile (fonte: www.salviamolemalghe.it).
Ma l’animo di noi malghesi, da qualche anno, non è così sereno a sapere i nostri animali liberi per i pascoli.

Lupus in fabula

Dal 2016 è arrivata una presenza scomoda sulle nostre montagne: il lupo. E le sue aggressioni stanno stremando un delicato equilibrio che avevamo raggiunto con duro lavoro in tanti anni. Si pensi che, solo nel 2019, gli animali sbranati dai lupi in Veneto sono stati oltre 400, i dispersi oltre 300. Senza menzionare i danni collaterali, come ferite, aborti, paura, mancata produzione di latte, stress e terrore per gli animali e i loro custodi: tutti fattori che minacciano la possibilità futura di continuare a popolare le Malghe.

predatore

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