La nostra intervista a Roberto Costa Ebech

Nella sua presentazione su LinkedIn si legge: “Papà di Francesco Matteo e Caterina, innamorato di Antonia. Sono nato, cresciuto e lavoro sull’Altopiano di Asiago. Già durante il mio percorso di Laurea in Architettura ho iniziato a lavorare nell’ambiente edile come progettista, dopo la laurea ho lavorato in uno studio di progettazione di Asiago seguendo molte pratiche edilizie, la maggior parte a destinazione residenziale, dalle fasi iniziali fino al completamento. Nel 2017 ho aperto il mio studio di Architetto ad Asiago dedicandomi sempre alla progettazione, direzione lavori, coordinamento della sicurezza e le altre mille cose per la realizzazione di nuovi fabbricati e ristrutturazione del patrimonio edilizio esistente.
Nel 2009 mi sono regalato una reflex e da lì ha preso forma la mia passione per la fotografia e poi è diventata professione collaborando con molte attività ricettive e aziende della zona e negli ultimi anni con le amministrazioni comunali con servizi a scopo turistico commerciale”.
Un CV che porta il nome di Roberto Costa Ebech, il secondo amico altopianese che ospitiamo nel nostro blog.

fotografo

Domanda di rito: Il tuo LinkedIn è già esaustivo, ma vogliamo sapere qualcosa in più.

Architetto di professione e fotografo per passione… o viceversa! Sono una persona da sempre innamorata della mia terra dove affondano le radici di famiglia, dove vivo e dove lavoro: l’Altopiano di Asiago e dei Sette Comuni. Amo essere parte e partecipe della sua storia, natura, arte e vita dando il mio modesto contributo sia dal punto di vista lavorativo e promozionale che associativo.

Se tu fossi un ordine architettonico greco, saresti dorico, ionico o corinzio?

Credo ionico, uno stile semplice ma non minimale e non troppo complesso, un qualcosa che guarda sia al passato ma anche al futuro, in un ottica di continua crescita.

Quanta architettura c’è nella tua fotografia?

Gli studi architettonici sicuramente hanno influenzato le mie preferenze e la mia composizione fotografica. Le viste “rurali” del nostro Altopiano tante volte sono state soggetti fotografati e la prospettiva ben composta è un cardine per una buona fotografia.

Tinte autunnali verso la conca di Asiago

Tinte autunnali verso la conca di Asiago

E quanta fotografia c’è nella tua architettura?

Parecchia sia in fase progettuale che di cantiere. Nell’ultimo periodo ho avuto la fortuna anche di collaborare con molte attività ricettive e non solo per la creazione di pareti fotografiche (da ultima l’Aula Magna dell’IIS Mario Rigoni Stern di Asiago dedicata a Ermanno Olmi) e di realizzare elementi d’arredo con stampe fotografiche su svariati materiali.

Concentriamoci sulla fotografia. Come descriveresti il tuo stile?

Saturo! Adoro i colori sgargianti e saturi, forse troppo. Uso molto la tecnica Hdr (Alta Gamma Dinamica) che porta lo scatto a quel tocco di fiabesco e in casi ben pensati spettacolare, esaltando le parti in ombra e scurendo le zone chiare. Una tecnica molto diffusa nella fotografia paesaggistica.

Ebech

Quali soggetti prediligi?

Paesaggi rurali aperti tipici del nostro Altopiano, non disdegno animali, ma senza troppo impazzire per cercarli. Anche la fotografia di cerimonia (matrimoni, battesimi, feste) mi interessa e affascina. Tante tipologie e soggetti che vanno approcciati in modi molto diversi.

Quale la luce che preferisci?

Citando il caro Mario Rigoni Stern: l’alba in montagna! Se poi ci aggiungiamo i colori autunnali di faggi e larici ecco il miglior centro benessere naturale!

altopiano

In quanta percentuale c’è l’Altopiano nel tuo “rullino”?

Mai abbastanza! L’Altopiano offre infiniti scenari, scorci e momenti, oltretutto comodi e vicini. Una palestra fuori dalla porta di casa. L’approccio comunque è il medesimo anche in occasioni esterne.

Cosa vorresti immortalare delle tue montagne che ancora non hai fatto?

“Un cavalaro col cavalo che strosa legname!”… un cavallo e il suo padrone che lavorano legname nel bosco trainandolo verso le strade carrozzabili. È un ricordo di famiglia che porto sempre con me con la speranza di incontrarlo un giorno. L’avvento della tecnologia e i nuovi macchinari hanno cancellato questo lavoro.

Che valore ha, per te, quest’arte?

È nata come una cosa personale, la voglia di fermare l’attimo per poterlo rivedere nel tempo, quasi un valore possessivo, poi con il tempo gli apprezzamenti di tante persone hanno trasformato una passione in un vero lavoro che integra quello di architetto. Rendere la tua passione un lavoro credo sia l’aspirazione di molti, io son felice di esserci riuscito e spero che tutto continui.

Cima Mandriolo

Dove possiamo ammirare le tue opere?

Tante sono presenti nella mia pagina Facebook, molte sono esposte in varie forme in molti locali e attività altopianesi e, per ogni richiesta, ne trovate svariate nel mio studio ad Asiago, in Via Matteotti n. 26/a.

E per finire… Un saluto agli amici di Malga Col del Vento.

Un caro saluto e un grazie di cuore al geometra Sartori e a tutta la combriccola. La vostra passione per l’attività e il nostro Altopiano è un valore aggiunto!

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