On the road to…
Da Malga Col del Vento in meno di mezz’ora siamo ai piedi del Monte Zebio, in località Val Giardini (a Nord di Asiago, zona aeroporto, e poi su per contrada Rigoni) dove è possibile lasciare la macchina per intraprendere un percorso storico-naturalistico, adatto a tutti, perché non presenta difficoltà tecniche.
Il Monte Zebio è un luogo che ha fatto da cornice a drammatici scontri della Prima Guerra Mondiale. E le testimonianze belliche qui non mancano. Come non mancano le sorprese che offre il paesaggio circostante: foreste di abete, pascoli e pozze d’alpeggio e l’ineguagliabile patrimonio floristico e faunistico di cui vi abbiamo parlato ampiamente qui.
Abeti rossi e pascoli
Dalla località Val Giardini si procede sulla dorsale del Monte Pultareche e ci si inoltra nel bosco di abeti rossi. I maestosi alberi terranno compagnia fino al pendio del Monte Zebio. Si lascia la foresta alle spalle per riempire lo sguardo di pascoli verdi d’alta quota e pozze d’alpeggio.
La Storia
Su questo Monte si svolsero importanti battaglie durante l’Offensiva di primavera (battaglia degli Altipiani, giugno 1916) quando reparti imperiali avanzavano in direzione Melette e Asiago. A seguito del ripiegamento volontario causato dall’Offensiva Brusilov sul fronte russo, sulla sommità della montagna venne creata una grande trincea dai reparti austroungarici che collegava il settore dello Zebio con altri capisaldi, quali Mosciagh, Colombara, Zingarella, Forno, Chiesa, Campigoletti, Ortigara. I soldati italiani tentarono di riconquistare la vetta a più riprese. L’8 giugno 1917 tuttavia, alle ore 17.30, per cause mai chiarite, scoppiò sullo Zebio una galleria di mina che i soldati italiani avevano predisposto, per preparare l’attacco. La mina seppellì vivi decine di soldati italiani, austroungarici e molti ufficiali della Brigata Catania che si trovavano lì quel giorno in previsione dell’imminente attacco al settore Zebio – Ortigara. Tutti i tentativi successivi di conquista della Winterstellung si infransero contro la linea imperialregia. Oggi l’intera zona è considerata Sacra e vi è stato istituito un museo a cielo aperto della Grande Guerra.
Il ritorno
In località Bivacco dell’Angelo si prende il sentiero che porta alla Puntara del Lom. Una volta raggiunta la strada che arriva dalla Croce di S. Antonio si ritorna in località Val Giardini.
Percorrere questo itinerario è come immergersi nel libro “Un anno sull’Altipiano” di Emilio Lussu.